Egeria 16/2022
Rivista semestrale dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana (ISSRT) «Santa Caterina da Siena»
Contributi di Rafael Luciani, Elisabetta Tisi, Gianluigi Gugliermetto, Francesco Baroni, Paolo Sacchi, Giovanni Ibba
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Egeria 16/2022
Elisabetta Tisi
Benedizione delle unioni civili e matrimonio sacramentale per tutti: il percorso della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera
Abstract
La Chiesa cattolica cristiana della Svizzera si è formata tra il 1871 e il 1876. A differenza di altre Chiese vetero-cattoliche sorelle, nate dopo la definizione dei nuovi dogmi ad opera del concilio Vaticano I nel 1870 riguardanti la giurisdizione universale e l’infallibilità del papa quando parla ex cathedra, a cui si oppose con forza il cattolicesimo liberale, essa trova le sue radici soprattutto nell’ambito del Kulturkampf contro la Chiesa cattolica romana ritenuta nemica del liberalismo, dell’individualismo e del mondo moderno, in particolar modo per quanto riguardava la conoscenza scientifica e storica. A seguito della scomunica papale, come in altre nazioni di lingua tedesca, anche in Svizzera si costituì una Chiesa cattolica nazionale, sostenuta dal governo dell’epoca, episcopale-sinodale, al di fuori della giurisdizione vaticana che diede vita fin da subito a varie riforme (uso della lingua volgare nella liturgia, non obbligatorietà del celibato per il clero, possibilità di seconde nozze dopo il fallimento di un matrimonio) e a intensi dialoghi ecumenici. I cambiamenti sociali hanno da sempre interpellato la riflessione teologica e pastorale della Chiesa cattolica cristiana portando, ad esempio, alla prima ordinazione di donne al diaconato nel 1988 e al presbiterato nel 2000. Questo percorso di ascolto dei segni dei tempi ha portato anche all’introduzione della benedizione delle unioni civili nel 2007 che ha mostrato potenzialità e criticità, retaggi di visioni patriarcali e androcentriche, finalmente superate del 2021 con la prima approvazione sinodale del matrimonio sacramentale per tutti.
The Old Catholic Church of Switzerland was costituted between 1871 and 1876. Unlike the other Old Catholic sister churches, which came into being after the definition of the new dogmas by the First Vatican Council in 1870 concerning universal jurisdiction and papal infallibility, when he speaks ex cathedra, and which were strongly opposed by liberal Catholicism, it finds its roots above all in the Kulturkampf against the Roman Catholic Church, which was considered an enemy of liberalism, individualism and the modern world, especially with regard to scientific and historical knowledge. As a consequence of the papal excommunication, a national Catholic Church was established in Switzerland, as in other German-speaking countries, supported by the government of the time, an episcopal-synodal Church outside Vatican jurisdiction, which immediately introduced several reforms (use of the vernacular language in the liturgy, no mandatory celibacy for the clergy, possibility of second marriages after a failed one) and intense ecumenical dialogues. Social changes always challenged the theological and pastoral deliberations of the Old Catholic Church of Switzerland, leading, for example, to the first ordination of women to the diaconate in 1988 and to the priesthood in 2000. This path of listening to the signs of the times also led to the introduction of the blessing of civil unions in 2007: it showed potentialities and criticalities, legacies of patriarchal and androcentric visions, which were finally overcome in 2021 with the first synodal approval of sacramental marriage for all.
E. Tisi, Benedizione delle unioni civili e matrimonio sacramentale per tutti: il percorso della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera, in Egeria 11/16 (2022), 27-42